Flussi migratori, le priorità nell’era della globalizzazione

La questione della globalizzazione suscita un dibattito sull’essere un bene o un male per la società. Gli effetti positivi e negativi della globalizzazione possono avere un’impatto significativo a livello globale, poiché promuove l’integrazione del commercio, delle culture e dei costumi tra le nazioni.

La globalizzazione non è un concetto nuovo. Esso si fa strada nella storia sin dal XV secolo, in particolare con gli imperi coloniali spagnoli e portoghesi. Si possono citare, ad esempio, gli scambi commerciali dell’Impero romano concentrati nel Mediterraneo e le Repubbliche marinare che favorirono la circolazione delle merci tra l’Europa e l’Oriente arabo. Le esplorazioni geografiche e gli scambi mercantili hanno messo in contatto continenti come l’Europa, l’Africa, l’Asia e l’America, creando una forma di interdipendenza economica a livello mondiale. Nel corso del XIX secolo, la globalizzazione ha favorito la rivoluzione industriale grazie a nuove invenzioni tecnologiche che hanno coinvolto i trasporti e le comunicazioni. L’avvento e la diffusione rapida della ferrovia e della navigazione a vapore hanno consentito lo scambio di merci a distanze maggiori. In modo più veloce, sicuro e a costi progressivamente inferiori.

Tuttavia, è dopo la seconda guerra mondiale che si è verificato un notevole sviluppo economico grazie all’emergere delle multinazionali. I mercati finanziari hanno facilitato la riorganizzazione e la trasformazione delle imprese, dando origine rapidamente a una rete di mercato su scala globale. Oggi, l’economia è diventata completamente svincolata dal territorio. E consente a qualsiasi azienda di operare ovunque sia più conveniente e di vendere in tutti i continenti, senza essere vincolata dalla nazionalità.

Questa economia globale sfugge al controllo degli Stati e delle restrizioni imposte, poiché fattori come l’elevata pressione fiscale e i bassi costi della manodopera spingono le aziende a produrre in Paesi diversi da quelli di origine. Ad esempio, si è verificato un fenomeno in cui molte aziende europee e italiane hanno spostato la produzione in Cina, sfruttando il costo inferiore della manodopera rispetto all’Europa o agli Stati Uniti. Tuttavia, questa situazione potrebbe non durare a lungo. Poiché i costi di produzione in Cina stanno aumentando a causa delle richieste dei lavoratori di salari più alti e maggiore sicurezza sul lavoro.

È importante notare che l’ascesa economica della Cina non ha solo conseguenze economiche. Ma anche implicazioni sociali, come i diritti dei lavoratori e le questioni ambientali. Molti si pongono la questione dell’etica di questa globalizzazione, poiché le pratiche aziendali possono influire sulla qualità della vita.